Questo articolo prende spunto non solo da altri scritti, ma anche dall’esperienza che sto vivendo in Colombia dal marzo 2019. Da quest’anno lavoro come “osservatore internazionale di pace” per SweFOR – Swedish Fellowship for Reconciliation, organizzazione svedese di accompagnamento internazionale a difensori dei diritti umani.
I difensori dei diritti umani sono uomini e donne che lottano ogni giorno per i diritti delle loro comunità e dell’ambiente in cui vivono. Spesso si trovano a fronteggiare interessi (legali e illegali) molto più grandi di loro. La presenza internazionale aiuta a diminuire le minacce, legittima la causa per la quale lottano e favorisce un ambiente lavorativo e di vita più protetto.
I diritti umani e i loro difensori cosa hanno a che vedere con l’ambiente?
La terra e tutto quello che ci sta sopra e sotto, sono di grande interesse economico: tutto quello che ci circonda ha un legame con le risorse naturali e spesso l’interesse economico-commerciale prevale sulle vite umane. È così che molti occhi si chiudono, come molti orecchi, alle spese degli ultimi.
I mega-progetti, le dighe, le monoculture, l’inquinamento, stanno distruggendo ecosistemi fondamentali e unici. Il pianeta e il suo equilibrio climatico sono il risultato dell’interazione di elementi che in milioni di anni hanno creato, e che oggi mantengono, il complesso e fragile equilibrio che ci permette di abitarlo. Elementi (organici e inorganici), che stiamo decimando per beneficiare di uno stile di vita cieco di fronte alle minacce e alle difficoltà che dovremo affrontare rispetto al cambiamento climatico.
Gli ecosistemi che stiamo deturpando sono gli stessi che ci permettono di vivere
Per questo è fondamentale per tutti noi, che gli ecosistemi fragili che ancora non abbiamo distrutto, sopravvivano. E ancora più importante che chi li conosce sopravviva e tramandi la cultura e il sapere che possiede.
Pensiamo a un sacchetto di plastica: ha vita utile di circa mezz’ora, o meno. Poi viene buttato. E resterà così com’è, o peggio si ridurrà in milioni di pezzetti di plastica (microplastiche), per un periodo molto maggiore: centinaia di anni. Risorse naturali inestimabili vengono distrutte e usurpate per produrre o estrarre materie prime per un lasso di tempo limitato (fino ad esaurimento), per poi lasciare quella stessa area una volta fertile, povera di risorse e di vita, ma ricca di rifiuti.
I difensori dei diritti umani e dell’ambiente sono gli eroi del nostro tempo. Eroi invisibili, che spesso pagano con la vita l’impegno per la loro comunità locale (e indirettamente anche per la comunità globale, perché gli ecosistemi e gli elementi che li compongono sono interdipendenti), nell’indifferenza generale. Sono donne e uomini incredibilmente forti, ma non possono vincere contro le pallottole, i machete o le minacce alla famiglia. Perché la terra dove vivono e il fiume dove pescano interessano a qualcun altro. E interessano tanto. Molto più della loro vita e dalla vita dei loro cari.
Gli equilibri fragili dell’ecosistema terrestre sono già stati alterati. Forse siamo già al punto di non ritorno. Non per la terra, ma per noi. La natura tenderà sempre all’equilibrio e non è detto che nell’equilibrio del prossimo futuro riusciremo a sopravvivere. Sicuramente non tutti: solo chi avrà le risorse economiche per migrare, per spostarsi dalla siccità, dall’inquinamento, da una inondazione. Chi non lo potrà fare, sarà condannato.
Proteggere chi difende la vita, i diritti umani e il pianeta, deve essere la priorità di tutti, per un futuro più sano e giusto. Anche solo sapere cosa comporta comprare un avocado, può fare la differenza.