Fonti: Huffingtonpost | Wired | Lascimmiapensa
Premetto che mi sembra un evento per molti aspetti incredibile, per altri assurdo, ma certamente reale e sintomo di una contemporaneità che forse non capisco quanto credevo.
Questo tema esula da ciò di cui mi sono occupato su questo blog, ma ha davvero attirato la mia attenzione. Questo post è più che altro un tentativo di capire qualcosa che non conosco.
Il 16 novembre 2020, la catena tedesca di discout Lidl ha messo in vendita in Italia delle scarpe, delle ciabatte e dei calzini con il proprio marchio.
Tutto, ed in particolare le scarpe (sneakers), è stato venduto in poche ore.
Le scarpe costavano €12,99 al paio
Il caso Lidl è particolare perché a differenza di eventi simili del recente passato, per la prima volta è la ditta stessa a vendere il prodotto senza passare per intermediari famosi.
I casi recenti furono quelli delle magliette Dhl (2016) o delle simil-borse IKEA (2017), entrambi disegnati dallo stilista Demna Gvasalia che ha trasformato qualcosa di anonimo e non particolarmente bello in un pezzo d’alta moda: esclusivo, richiestissimo e carissimo.
Non erano altro che magliette ispirate a Dhl e alla shopper bag blu di IKEA. Nella creazione di questo fenomeno, ha avuto un ruolo importante l’esclusività delle case di moda che hanno messo in vendita i prodotti (Balenciaga e Vetements) e la limitata disponibilità dei pezzi.
Lidl ha fatto qualcosa di più: ha creato dal nulla un oggetto di culto, in totale autonomia. La pubblicità online è stata scarsa: l’evento è stato reso noto sul solito volantino della catena, mimetizzato fra cibo e bevande.
Quindi: perché questi prodotti sono così speciali?
- perché sono in edizione limitata
- perché provengono da un marchio che NON produce questi beni
- perché (secondo una dichiarazione dell’azienda) non verranno più commercializzati
La scarsità elitaria. La bruttezza esclusiva. Non solo diventano moda, ma anche business
Fenomeno che permette a un paio di scarpe acquistato a €12,99, di essere rivendute online a prezzi incredibili.
Questo è il resell: i consumatori diventano investitori rivendendo un bene ad un prezzo maggiorato. A questo prezzo, non viene comprato solo un paio di scarpe, ma l’appartenenza a qualcosa di esclusivo, a qualcosa che non succederà più.
Un grido di libertà e una dimostrazione di potere in un momento di profonde incertezze e vincoli (?)
Se è di questo che abbiamo bisogno mi chiedo: Cosa mi sono perso? Davvero abbiamo bisogno di spendere centinaia di euro per un prodotto ovviamente scadente, brutto e fondamentalmente inutile?
Quando siamo diventati così vuoti?
Capisco la moda, e quello detto sopra. Ma credo ci siano dei limiti.
Limiti brillantemente identificati dalle persone responsabili del marketing di Lidl (geniali) e ampiamente superati da chi compra e soprattutto da chi ri-compra.