Chi mi conosce sa che cerco in tutti i modi di mantenere i contatti e la rete che ho creato in questi anni, sia in Italia che all’estero, in particolare in America Latina.
Uno di questi contatti, Daniela, una ex collega, mi ha recentemente avvicinato molto a una realtà che conoscevo solo in parte. Si tratta di un progetto estremamente interessante, potente e necessario in una regione della Colombia dove ho vissuto e lavorato tanto, dove ho visto e sentito cose che per mesi mi hanno tolto il sonno.
Il Chocò, è una provincia molto particolare, tutta la parte ovest dà sull’oceano Pacifico, a nord confina con Panama, a sud con la provincia del Cauca.
La benedizione e la condanna del Chocò sono la sua posizione e la sua disponibilità di risorse. Si tratta infatti un departamento strategico per i gruppi armati illegali, sia paramilitari che appartenenti alla guerriglia, proprio per il suo sbocco diretto sull’Oceano, per il commercio di droga.
Se inizialmente, cioè decenni fa, la distizione fra paramilitari e guerriglia nasceva da diverse visioni del mondo, oggi forse l’unica differenza è il colore della divisa: entrambi hanno le proprie fila zeppe di assassin*, trafficanti d’armi, trafficanti di droga…
La Colombia è uno stato che da decenni (più di 60 anni!), è devastato da una guerra fratricida per il controllo del territorio e delle sue risorse. Sia quelle legali che quelle illegali.
In mezzo a tutto questo, le principali vittime, sono i civili.
Ma alcun* decidono di alzare la testa. Di affrontare la violenza e la morte con risorse pacifiche.
Più dettagli nelle prossime settimane!