Durante il mese di giugno il lavoro è stato intenso: riunioni on-line, riunioni in presenza, scrittura, progettazione, studio in solitaria.
L’idea è nata verso febbraio.
Le prime chiamate fra me e Marta, la mia ex collega del servizio civile in Brasile.
Nel corso dei mesi sono cambiate un po’ di cose e la nostra piccola idea sta diventando qualcosa di grande e concreto.
Abbiamo deciso, insieme ad altre ex volontarie e a una squadra che si sta ingrandendo di settimana in settimana, di aiutare.
Abbiamo deciso di fare insieme qualcosa per le persone che abbiamo conosciuto in Brasile.
Perché senza quell’esperienza non saremmo le persone che siamo oggi.
Quell’anno di lavoro ci ha legato, non solo fra di noi ma anche e soprattutto con quella parte di Brasile e con la gente che lo abita.
Fra le tante esperienze vissute in Sudamerica, una in particolare continua a commuovermi ogni volta che ci penso:
Nordest del Brasile, terra arida, sole a picco come sempre nel Sertao o semiarido.
Una famiglia di giovani pescatori. Io all’epoca avevo 25 anni, loro sui 20. Già due figli piccoli, il maschietto molto malato. C’era solo una porta, quella d’ingresso, in alcune zone il tetto era crollato. Il bagno, un buco per terra.
Era una classica visita per il censimento della Caritas:
– è cambiata la situazione economica?
– i figli ci sono tutti? Stanno bene? Vanno a scuola?
…
Ora di pranzo.
La giornata di pesca era stata scarsa, come tutte le altre.
Ma i nostri piatti, il mio e quello di Marta, pieni.
2 pesci, riso, fagioli, insalata.
Non riesco a mangiare subito.
Quasi non riesco a parlare.
Piango piano. Ringrazio e mangio in silenzio.
Chi non ha niente. Ti dà tutto. Solo per il semplice fatto di essere lì.
Questo post è il primo passo di una raccolta fondi per il Brasile.
Come ho scritto all’inizio, abbiamo deciso di metterci in gioco di nuovo, da qui.
Abbiamo deciso, insieme alla nostra ex-coordinatrice Erbenia, che il modo migliore per aiutare le famiglie brasiliane in questo momento è quello forse meno millantato, meno progettuale, ma più pratico e fattuale: raccogliere e donare soldi che servano per raggiungere un obiettivo specifico.
Quello che verrà raccolto grazie alla campagna della Fondazione La Stampa Specchio dei tempi, verrà inviato direttamente alla Caritas di Crateus (CDC) e verrà utilizzato per comprare cibo da distribuire alle famiglie in difficoltà.
25 Euro per noi non sono niente. Nel Brasile distrutto dalla crisi sanitaria, economica e sociale, abbandonato a una presidenza cieca e negligente, significano cibo per due settimane per una famiglia di 4 persone.
L’obiettivo iniziale era quello di aiutarne 500, di persone.
Lo stiamo già facendo grazie a un progetto scritto a 4 mani da Marta e da me, approvato dalla Fondazione La Stampa Specchio dei tempi. Siamo riusciti a donare € 3.500,00.
Ma non basta. Vogliamo fare di più.
La pandemia non ha fatto che infliggere ancora più devastazione e morte in una realtà già di per sé segnata dall’inedia, dalla fame, dalla povertà assoluta.
Come ho sentito troppo spesso in questi mesi da Erbenia:
“Marco, qui non è solo il virus che uccide, è la fame“.
Bastano due click e la scelta di un metodo di pagamento.
A te non costa niente fare la differenza.
Aiutaci per favore
Grazie